Siria: leader minoranza drusa condanna attacchi contro la sua comunità, mentre Israele lancia attacchi aerei

Uno dei leader della minoranza drusa siriana, lo sceicco Hikmat al-Hijri, ha condannato gli attacchi contro la sua comunità dopo che decine di persone sono state uccise in due giorni di scontri settari a Sud di Damasco, a Jaramana e Sahnaya, definendole una “campagna genocida” contro la comunità drusa in Siria. Il Ministero dell’Informazione siriano ha dichiarato che 13 membri delle forze di sicurezza del Paese sono stati uccisi in due attacchi separati. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani (SOHR), un organismo di monitoraggio della guerra con sede nel Regno Unito, almeno 101 persone sono state uccise negli scontri tra forze di sicurezza, combattenti alleati e gruppi drusi locali. L’SOHR, che si affida a una rete di fonti in Siria, ha affermato che tra le vittime ci sono 30 fedeli al governo, 21 combattenti drusi e 10 civili, tra cui l’ex sindaco di Sahnaya, Husam Warwar.

Nella provincia meridionale di Sweida, cuore della minoranza drusa, il 30 aprile, sono stati uccisi 40 combattenti drusi, 35 dei quali in un’imboscata sulla strada Sweida-Damasco. Le tensioni sono scoppiate intorno alla mezzanotte del 28 aprile, dopo che sui social media è circolato un audio di un uomo che criticava il profeta dell’Islam Maometto. L’audio è stato attribuito a uno studioso druso. Il pomeriggio del 30 aprile, il governo siriano ha dichiarato che è stato raggiunto un accordo tra i dignitari drusi e i rappresentanti ufficiali, dopo il quale le forze di sicurezza e i combattenti filogovernativi sono entrati a Sahnaya e gli uomini armati drusi si sono ritirati dalle strade.

La violenza rappresenta una seria sfida per le nuove autorità del Paese, che hanno rovesciato il l’ex leader siriano, Bashar al-Assad, lo scorso dicembre. Gli ultimi scontri sono avvenuti dopo un’ondata di massacri avvenuti a marzo nel cuore alawita della Siria, sulla costa mediterranea, in cui le forze di sicurezza e i gruppi alleati hanno ucciso oltre 1.700 civili, per lo più alawiti, secondo l’SOHR.

Nel frattempo, Israele è stato duramente criticato per aver approfittato del recente caos per lanciare attacchi aerei contro le forze di sicurezza nella Siria meridionale e nella periferia di Damasco, con minacce da parte di importanti esponenti del governo che affermano che lo Stato ebraico “non permetterà che venga fatto del male alla comunità drusa”. Il governo ad interim siriano ha condannato le minacce israeliane, affermando che rifiuta ogni forma di “intervento straniero” e che le forze di sicurezza siriane proteggeranno tutti i cittadini, compresi i drusi, una branca dell’Islam ismailita che divenne una religione separata durante l’Impero fatimide.

L’esercito israeliano ha dichiarato in un comunicato di aver colpito “adiacente all’area del Palazzo di Ahmed Hussein al-Sharaa a Damasco”, senza specificare l’obiettivo.  Da quando Assad è stato deposto a dicembre, Israele ha conquistato terreno nel Sud-Ovest, ha giurato di proteggere i drusi e ha fatto saltare in aria gran parte delle armi pesanti dell’esercito siriano nei giorni successivi alla sua caduta.