Siriani celebrano anniversario caduta Assad all’ombra degli attacchi israeliani e delle tensioni interne

Il 28 novembre, su invito del presidente ad interim siriano, Ahmed al-Sharaa, manifestanti in tutte le città siriane hanno celebrato il primo anniversario della caduta del regime dell’ex presidente siriano, Bashar al-Assad. Seppure il rovesciamento ufficiale sia avvenuto l’8 dicembre 2024, il 28 novembre è la data in cui la coalizione guidata dagli islamisti lanciò un’offensiva dalla roccaforte di Idlib, nella Siria nordoccidentale. Tali manifestazioni si sono svolte all’ombra dei continui attacchi israeliani. 

Lo stesso giorno, la 55esima Brigata di riserva dell’esercito israeliano ha fatto irruzione a Beit Jinn, nelle campagne di Damasco, nelle prime ore del mattino, uccidendo 13 persone, tra cui 2 bambini, apparentemente per catturare tre siriani che vivono lì, sostenendo che erano membri di Jamaa al-Islamiya – branca libanese della Fratellanza Musulmana che Israele considera un pericolo per la propria sicurezza nazionale. Tuttavia, smentendo le affermazioni israeliane, il gruppo ha affermato di non essere attivo al di fuori del Libano. Israele sostiene invece che Jamaa al-Islamiya operi nella Siria meridionale per “reclutare terroristi” e svolga un ruolo in quello che definisce il “fronte settentrionale”, ovvero il confine settentrionale dello Stato ebraico con il Libano.

L’incursione non è andata come previsto, poiché la popolazione locale si è opposta e, negli scontri che sono seguiti, 6 soldati israeliani rimasero feriti, 3 dei quali gravemente, secondo l’esercito israeliano. Funzionari israeliani e media affiliati al governo affermano che Israele non può più rispettare i confini dei suoi nemici o consentire la presenza di gruppi “ostili” lungo le sue frontiere dopo l’attacco guidato da Hamas del 7 ottobre 2023. Lo Stato ebraico ha cercato di usare la forza in altri Paesi per creare zone cuscinetto attorno a sé, nella Striscia di Gaza, in Siria e in Libano .

Da quando è salito al potere, al-Sharaa ha insistito fermamente su una Siria centralizzata e unitaria, pur dovendo affrontare le richieste di federalismo per un Paese multietnico e multiconfessionale. Le manifestazioni del 28 novembre si sono svolte pochi giorni dopo le proteste a Latakia e in diverse aree a maggioranza alawita, in cui si denunciavano ripetuti abusi contro la comunità minoritaria, da cui proviene Assad. A tale proposito, al-Sharaa ha affermato che i manifestanti avevano “richieste legittime”, sottolineando l’importanza dell’“unità nazionale” e ribadendo il suo rifiuto del federalismo, in mezzo ai dubbi sull’autodisciplina delle truppe del regime e alle manifestazioni di conflitti etnici e settari.

Il primo dicembre, le forze israeliane hanno condotto due incursioni nella campagna di Quneitra, nel Sud-Ovest del Paese, avanzando verso il lato occidentale del villaggio di Saida.

Una forza militare, composta da 3 veicoli, ha preso posizione nel villaggio, mentre un drone sorvolava Saida al-Hanout per monitorare la zona. Una forza israeliana, accompagnata da due Humvee e due veicoli trasporto truppe, si è spostata anche sulla cima della collina di Tel Abu Qubays, alla periferia del villaggio di Ein Zivan, nella campagna meridionale di Quneitra. I dati del governo siriano mostrano che da dicembre 2024 Israele ha effettuato oltre 1.000 attacchi aerei sulla Siria e più di 400 incursioni transfrontaliere nelle province meridionali.

Per ora, la sfida più immediata che il Paese deve affrontare continua ad essere rappresentata dalle continue incursioni di Israele nel Sud del Paese. I funzionari siriani e israeliani si sono incontrati una mezza dozzina di volte per colloqui mediati dagli Stati Uniti su un accordo sulla sicurezza per portare stabilità nella regione di confine, ma i negoziati sono congelati da settembre. Israele ha espresso profondi sospetti nei confronti di al-Sharaa, ex comandante di al-Qaeda, e ha affermato di voler smilitarizzare la Siria meridionale. Da parte sua, al-Sharaa ha affermato che la Siria non rappresenta una minaccia per nessuno Stato. L’azione militare israeliana in Siria ha incluso diversi interventi con l’obiettivo dichiarato di proteggere i membri della minoranza drusa siriana, in particolare durante le violenze nella provincia di Suweyda a luglio, che hanno visto opposti combattenti beduini musulmani sunniti e forze governative ai combattenti drusi. Israele ha spostato truppe ed equipaggiamento militare oltre la zona cuscinetto del 1974, nella Siria meridionale, compreso il punto di sorveglianza strategica