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22 Dicembre 2022 19:04

Macron: “UE dovrebbe limitare la dipendenza dagli USA in termini di sicurezza”

Il presidente francese, Emmanuel Macron, ha invitato l’Unione Europea (UE) a ridurre la sua dipendenza dagli Stati Uniti e a sviluppare le proprie capacità di difesa, assumendo al contempo un ruolo più assertivo all’interno della NATO. Tale dichiarazione è stata fatta parlando con i giornalisti al suo ritorno a Parigi da un vertice ad Amman, in Giordania, giovedì 22 dicembre. 

In questo contesto, Macron ha sottolineato che “non vede la spinta allo sviluppo della difesa europea come un’alternativa alla NATO”. Il presidente francese ha affermato che “un’Europa più forte permetterebbe al continente di diventare più autonomo all’interno dell’alleanza militare, agendo all’interno con la NATO ma anche senza dipendere da essa”. Ha poi affermato che l’Europa deve acquisire maggiore autonomia nella tecnologia e nelle capacità di difesa, anche rispetto agli Stati Uniti.

Le osservazioni sono giunte sulla scia dell’incontro del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, con il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, a Washington, il 21 dicembre, e del discorso del leader ucraino al Congresso americano, che ha definito “il loro denaro non una carità ma un investimento nella sicurezza globale e nella democrazia che gestiamo nel modo più responsabile”. Nella stessa giornata, la Casa Bianca ha annunciato che fornirà ulteriori 1,85 miliardi di dollari di assistenza militare all’Ucraina, includendo anche l’invio di sistemi di difesa aerea Patriot.

In un comunicato stampa, il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha ribadito che “1,85 miliardi di dollari di assistenza militare aggiuntiva degli Stati Uniti, compreso il primo trasferimento di sistemi di difesa aerea Patriot”. La decisione è giunta dopo l’arrivo di Zelensky sul suolo statunitense. Il Pentagono ha dichiarato che “un sistema di difesa aerea, munizioni aggiuntive per i sistemi di razzi d’artiglieria ad alta mobilità (HIMARS), missili antiradiazioni ad alta velocità (HARM) e altro materiale militare sono inclusi nel pacchetto recentemente annunciato dagli Stati Uniti per l’Ucraina”.

A tal proposito, già il 3 dicembre scorso, durante un’intervista all’emittente televisiva francese TF1, registrata durante la sua visita di Stato negli Stati Uniti, Macron aveva sostenuto che “l’Europa doveva preparare la sua futura architettura di sicurezza. Questo significa che uno dei punti essenziali che è importante affrontare è il timore che la NATO si avvicini ai confini della Russia e il dispiegamento di armi che potrebbero minacciare Mosca”. Inoltre, aveva evidenziato il fatto che ci fosse la necessità di fornire garanzie di sicurezza alla Federazione Russa. Tali affermazioni avevano attirato aspre critiche da alcuni esponenti politici che hanno rifiutato l’opzione di fare concessioni al Cremlino dopo dieci mesi di guerra. 

La politica di difesa dell’Unione Europea ha dato risultati insufficienti sin dalla sua concezione ufficiale alla fine degli anni Novanta. La capacità di intervento militare dell’UE è trascurabile e come attore della difesa è largamente irrilevante per la maggior parte dei conflitti nel vicinato europeo. Al contrario, la NATO, con le sue strutture decisionali intergovernative, le garanzie di sicurezza statunitensi e l’approccio a 360 gradi alla difesa, è stata la principale spina dorsale organizzativa della difesa europea.

Nel 2022, la NATO è di nuovo il quadro centrale per la risposta militare dell’Europa alla guerra scoppiata in seguito all’invasione russa dell’Ucraina. Nonostante ciò, a livello di UE, le cose sono cambiate dal 2014. Negli anni successivi, le perturbazioni dell’esecutivo guidato dall’ex presidente americano, Donald Trump, e il voto della Brexit nel Regno Unito hanno riacceso gli sforzi del blocco europeo in materia di difesa. Gli Stati membri hanno iniziato a costruire un’infrastruttura burocratica che sfrutta i poteri normativi e di bilancio dell’UE per la politica industriale di difesa.

Nel 2022, fin dai primi giorni del conflitto, il 24 febbraio scorso, questa nuova burocrazia ha prodotto proposte politiche su come utilizzare gli strumenti industriali di difesa dell’UE nel contesto della guerra. Le più promettenti sono quelle che si concentrano sull’organizzazione degli sforzi di riarmo dell’Europa e sulla creazione di una base industriale di difesa più forte. Ad oggi, il percorso non ha raggiunto passi decisivi volti a instaurare concretamente tale struttura a livello europeo. Nonostante ciò, i governi del blocco europeo hanno annunciato significativi aumenti del budget per la difesa.

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