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20 Febbraio 2025 19:15

USA-Honduras: raggiunto accordo su estradizione

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USA-Honduras: raggiunto accordo su estradizioneepa10777762 Sub-Saharan African migrants, who reportedly have been abandoned by Tunisian authorities, rest upon their arrival in an uninhabited area on the Libya-Tunisia border near Al-Assah, 160 km west of Tripoli, Libya, 30 July 2023. Libyan border guards found more than 100 people, women, children and families, stranded in scorching summer temperatures and without water. According to the Red Crescent, Tunisian security forces have moved hundreds of migrants into the arid zone since June 2023. EPA/STR

Gli Stati Uniti e l’Honduras hanno raggiunto un accordo per proseguire con il trattato di estradizione, dopo un periodo di tensioni diplomatiche tra i due Paesi.

La presidente honduregna, Xiomara Castro, ha dichiarato attraverso la piattaforma X che il patto continuerà, garantendo un’applicazione oggettiva e nel rispetto delle Forze Armate dell’Honduras, aggiungendo che l’intesa sarò prorogata oltre il 28 febbraio, termine inizialmente previsto per la scadenza del trattato.

Castro ha sottolineato che l’accordo raggiunto con la nuova amministrazione statunitense prevede adeguate garanzie per lo Stato honduregno, ribadendo la necessità di un’applicazione equa, priva di ingerenze esterne e rispettosa delle istituzioni nazionali. In particolare, ha spiegato che questo permetterà di tutelare l’integrità delle Forze Armate, considerate fondamentali per la difesa della sovranità nazionale, il mantenimento della pace, l’applicazione della Costituzione e la salvaguardia della sicurezza del processo elettorale democratico.

Le tensioni tra Honduras e Stati Uniti erano aumentate il 28 agosto 2024, quando la presidente aveva ordinato la denuncia del trattato di estradizione. Questa decisione era stata presa dopo che l’ambasciatrice statunitense a Tegucigalpa, Laura Dogu, aveva espresso preoccupazione per la diffusione di immagini che mostravano il ministro della Difesa honduregno, Manuel Zelaya, e il capo di stato maggiore congiunto, Roosevelt Hernandez, in un incontro in Venezuela con il ministro della Difesa venezuelano Vladimir Padrino. Secondo Dogu, Padrino era stato accusato dagli Stati Uniti di cospirazione per la distribuzione di cocaina e classificato dalla giustizia americana come un narcotrafficante, con una ricompensa di 15 milioni di dollari per la sua cattura.

Dopo tali dichiarazioni, Castro aveva definito le parole di Dogu un’ingerenza e un atto di interventismo da parte di Washington. Aveva inoltre accusato gli Stati Uniti di cercare di influenzare la politica honduregna attraverso la loro ambasciata e altri rappresentanti, considerandolo un atteggiamento intollerabile. Inoltre, il mese scorso, la presidente Castro aveva avvertito che avrebbe sospeso l’accordo di estradizione se l’amministrazione di Donald Trump avesse mantenuto la promessa di effettuare deportazioni di massa.

Nel suo annuncio su X, Castro ha indicato che ulteriori dettagli sul rinnovato accordo di estradizione sarebbero stati forniti dal ministro degli Esteri. Successivamente, il ministro degli Esteri honduregno, Eduardo Enrique Reina, ha chiarito che il trattato era stato precedentemente denunciato per il timore che potesse essere utilizzato per scopi politici, in particolare nel contesto delle elezioni primarie previste per il 9 marzo e delle elezioni generali del 30 novembre. Reina ha ribadito che l’estradizione è uno strumento importante ma ha sottolineato la necessità di evitare il suo utilizzo per fini politici o elettorali.

Nel frattempo, la Costa Rica ha annunciato che fungerà da ponte per i migranti provenienti dai Paesi dell’Asia centrale e dall’India, deportati dagli Stati Uniti. Con questa decisione, il Paese è diventato il terzo della regione centroamericana, dopo Panama e Guatemala, ad accettare di collaborare con la Casa Bianca nel processo di rimpatrio di migranti di altre nazionalità, da quando Trump ha assunto la presidenza degli Stati Uniti il 20 gennaio.

In particolare, la Costa Rica accoglierà i primi 200 migranti di origine asiatica e indiana, i quali verranno successivamente trasferiti nei rispettivi Paesi di origine. L’operazione sarà finanziata da Washington e supervisionata dall’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, come confermato da un comunicato ufficiale della presidenza costaricana.

Inoltre, il ministro degli Esteri peruviano, Elmer Schialer, ha riferito che anche il Perù prevede di ricevere tra i 200 e i 300 connazionali deportati ogni mese, secondo quanto riportato dalla radio locale RPP.

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