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10 Gennaio 2023 16:14

Nigeria: gruppo armato rapisce 32 persone da stazione ferroviaria del Sud

Aggressori armati di fucili d’assalto hanno rapito 32 persone presso una stazione ferroviaria nello Stato di Edo, nella Nigeria meridionale. Secondo quanto riportato dalla polizia locale, l’8 gennaio, pastori armati hanno attaccato la stazione di Tom Ikimi alle 16:00, mentre i passeggeri aspettavano un treno per Warri, un hub petrolifero nel vicino Stato del Delta. La stazione si trova a circa 111 km a Nord-Est della capitale dello Stato Benin City, e vicino al confine con lo Stato di Anambra. Alcune persone alla stazione sono state colpite durante l’attacco, ha specificato la polizia.

Sui è trattato dell’ultimo episodio della crescente insicurezza ormai diffusa in quasi tutto Paese più popoloso dell’Africa, ponendo una sfida al governo in vista delle elezioni presidenziali di febbraio. Il commissario per l’informazione dello Stato di Edo, Chris Osa Nehikhare, ha affermato che una delle 32 persone catturate dai rapitori è riuscita a fuggire. “Al momento, il personale di sicurezza composto da militari e polizia, nonché uomini della rete di vigilanti e cacciatori, sta intensificando le operazioni di ricerca e soccorso in un raggio ragionevole per soccorrere le vittime dei rapimenti”, ha affermato, aggiungendo di essere fiducioso che altre vittime saranno soccorse nelle prossime ore.

La Nigerian Railway Corporation (NRC) aveva chiuso la stazione fino a nuovo avviso e il ministero federale dei trasporti ha definito i rapimenti “assolutamente barbari”. A dicembre, l’NRC ha riaperto un servizio ferroviario che collega la capitale, Abuja, con lo Stato settentrionale di Kaduna, mesi dopo che gli aggressori avevano fatto saltare in aria i binari, rapito più di 150 passeggeri e ne avevano uccise 6. L’ultimo ostaggio preso in quell’attacco non è stato liberato fino a ottobre.

L’insicurezza è in aumento in diverse parti della Nigeria, con Boko Haram e altri gruppi affiliati all’ISISI nel Nord-Est, il banditismo nel Nord-Ovest, i separatisti nel Sud-Est e gli scontri tra contadini e pastori negli Stati centrali.

Dal 2009, Boko Haram ha effettuato una serie di attacchi contro le forze di sicurezza e i civili nigeriani. Il gruppo ha ucciso più di 30.000 persone nel tentativo di stabilire un califfato islamico. Nel gennaio 2015, nell’attacco più mortale del gruppo fino ad oggi, i combattenti hanno massacrato più di 2.000 persone nel Nord-Est della Nigeria. Pochi giorni dopo, il gruppo ha fatto esplodere a distanza degli esplosivi legati a delle ragazze a Maiduguri, la capitale dello Stato del Borno. Nel 2016, dopo che l’ISIS ha riconosciuto Abu Musab al-Barnawi come leader del gruppo, Boko Haram si è diviso in due fazioni. I militanti fedeli al leader di lunga data di Boko Haram, Abubakar Shekau, hanno continuato a compiere attentati suicidi nei mercati affollati nel Nord-Est della Nigeria. Sotto la guida di al-Barnawi, lo Stato Islamico nella provincia dell’Africa occidentale (ISWAP) ha lanciato una serie di attacchi contro le forze di sicurezza nigeriane e altri obiettivi del governo. Il governo di Abuja ha continuato a rafforzare la sua legislazione contro il terrorismo e sta lavorando con alleati regionali e internazionali contro i gruppi militanti dentro e intorno alla Nigeria.

In merito al banditismo, si tratta di un fenomeno che, negli ultimi anni, ha provocato una crisi di portata nazionale. I dati dell’Armed Conflict Location & Event Data Project (ACLED) hanno rivelato che i banditi, nel 2021, sono stati responsabili di oltre 2.600 morti tra i civili. Si tratta di un numero maggiore rispetto agli omicidi attribuiti a Boko Haram e alla Stato Islamico della Provincia dell’Africa Occidentale (ISWAP) nello stesso anno, e quasi tre volte il numero nel 2020. È per tale ragione che, il 5 gennaio scorso, il governo nigeriano ha incluso i banditi locali nell’elenco dei terroristi. 

Con riferimento ai separatisti del Sud-Est, la Nigeria ha registrato un aumento degli attacchi negli ultimi anni, spesso attribuiti ai militanti che tentano di staccarsi dalla nazione dell’Africa occidentale per formare un Paese indipendente. I separatisti, che si identificano come gli indigeni del Biafra, spesso prendono di mira persone di spicco e forze di sicurezza nel Sud-Est.

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